rifondaRoma è in ginocchio, colpita dalla crisi economica e dalla amministrazione della destra al potere, da una classe politica incapace e corrotta e una classe imprenditoriale corruttrice e foraggiata.

La disoccupazione è al 12%, un terzo delle famiglie sono sotto la soglia della povertà, 50.000 persone in emergenza abitativa, il debito del comune con le banche è arrivato a 15 miliardi, le periferie sono state abbandonate. Ma a Roma si concentrano anche grandi ricchezze, 200.000 abitazioni sfitte o invendute, grandi evasioni fiscali, grandi corruzioni.

Roma è la città con la distribuzione del reddito più ingiusta d’Italia e per ricostruire un futuro bisogna partire da qui. Per questo la giustizia sociale e la redistribuzione del reddito, insieme alla difesa del territorio e dell’ambiente, alla partecipazione dei cittadini e alla difesa dei diritti civili, deve essere la cifra di una nuova stagione politica romana.

Anni di accondiscendenza, quando non collusione, con i poteri forti hanno consegnato la città in mano alla rendita. Le politiche dei rifiuti, della casa, dei trasporti, della scuola, del territorio, la gestione delle aziende pubbliche sono state piegate agli interessi di pochi. Non c’è una politica cattiva e una società buona. Ma c’è la collusione di questa classe politica con i poteri forti romani, per arricchirsi a scapito della buona politica e dei cittadini onesti.

Per questo è necessario cacciare la destra dal Campidoglio, ma è anche necessario che si apra una nuova stagione politica in netta discontinuità con le amministrazioni di centro sinistra precedenti.

A fronte di questa drammatica situazione l’offerta politica del centro sinistra oggi è del tutto insufficiente. Al confronto programmatico sui problemi che vive la città e sulle soluzioni possibili, la coalizione di centrosinistra risponde riproponendo il rito stantio delle primarie, del tutto prive di riferimenti ai contenuti programmatici. Non di questo ha bisogno Roma ma di una nuova stagione fatta di rinnovamento, discontinuità, partecipazione, di idee forti e un programma di sinistra. Solo su queste basi possono esserci possibili convergenze.

Nello stesso tempo il Movimento 5 stelle, con il quale condividiamo molti obiettivi di cambiamento, mostra di non comprendere che l’emergenza vera nella città è ormai la crisi economica.

Chiediamo da tempo una moralizzazione della vita pubblica, ad esempio rompendo le complicità con la speculazione immobiliare, ripubblicizzando le aziende comunali, abolendo i consigli di amministrazione, e i vitalizi. Sono obiettivi sui quali è possibile una convergenza con il M5S. Ma la moralizzazione della vita pubblica non è sufficiente a rilanciare il reddito e il lavoro. E’ necessario mettere in campo anche diverse politiche economiche.

Per questo Rifondazione Comunista parteciperà alle elezioni comunali in forma autonoma dal centrosinistra e dal M5S presentando una lista antiliberista, antifascista e anticapitalista insieme ai compagni e alle compagne del PdCI e a quelle/i che fanno rifermento ad una più ampia area della sinistra di alternativa, in coalizione con altre liste in appoggio alla candidatura a sindaco di Sandro Medici. In tal senso, la lista dovrà essere costruita con un percorso realmente partecipato, sia nel partito sia in tutti i luoghi rappresentativi delle tante realtà sociali e culturali della città e nelle situazione di lotta, da cui far scaturire proposte di candidature.

Parteciperemo alle elezioni sulla base della proposta programmatica “54 proposte per cambiare Roma” che abbiamo avanzato da tempo e che è stata votata e migliorata con una consultazione sul web che ha visto la partecipazione di oltre 10.000 cittadini.

 Al primo posto sono le politiche contro la povertà, per la casa, per il lavoro, per garantire i servizi. Le risorse devono essere trovate nella razionalizzazione della macchina amministrativa, nella lotta alla corruzione e alla grande evasione, nella tassazione dei grandi patrimoni.

Il comune deve costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari sui derivati, avviare una audit pubblico del debito e ricontrattare il debito con le banche.

Le tariffe devono essere ridotte o azzerate per i disoccupati, pensionati e per i giovani, il sistema fiscale locale deve essere riformato con sgravi fiscali per i ceti a basso e medio reddito colpendo le grandi ricchezze. Le case sfitte di enti, immobiliari, grandi proprietà devono essere requisite. Il Piano regolatore deve essere rivisto per bloccare il cemento, le grandi opere devono essere fermate per avviare, invece, un grande piano per il lavoro basato sulla riconversione ecologica della città. La pubblica amministrazione deve essere bonificata dalle clientele e resa efficiente rimettendo al centro il bene dei cittadini e con l’uso delle tecnologie informatiche.

 Su queste basi verificheremo nell’iniziativa politica e nell’azione amministrativa la possibilità di convergere su obiettivi condivisi anche con le forze che in queste elezioni hanno scelto collocazioni diverse o che non intendono confrontarsi con la scadenza elettorale, con la sinistra diffusa romana, con i movimenti, per costituire nei prossimi anni un punto di riferimento ed un momento di unità di azione e di lotta per conseguire obiettivi comuni. Per questo, anche nei prossimi giorni, lavoreremo per verificare e concretizzare questa convergenza, consapevoli che di fronte alla crisi che viviamo, la frammentazione delle lotte e la scarsa unità d’azione delle forze della sinistra rappresentano un ostacolo per ridare alla popolazione romana una speranza per il futuro.

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