Guerrilla art Banksy

Il duemiladodici, annus horribilis, sta per volgere al termine. Il governo Monti, governo tecnocratico e antidemocratico espressione della grande classe borghese capitalista e finanziaria, ha concluso egregiamente il suo compito portando uno dei peggiori attacchi, dalla nascita della nostra Repubblica ad oggi, alla classe delle lavoratrici e dei lavoratori. E’ stato un governo costituente nel senso che “l’agenda Monti” e più precisamente le politiche neoliberiste proposte da questo governo, costituiranno l’ossatura e l’oriente della pianificazione macroeconomica di tutti i partiti che l’hanno appoggiato: PD, PDL, UDC. Questi tre partiti hanno sostenuto Monti e dunque sono responsabili in pieno della recessione economica nella quale ci troviamo. Monti è riuscito li dove altri governi di destra non erano mai arrivati, la distruzione dell’articolo diciotto ne è una prova. Riteniamo che sia stato determinante l’appoggio che il PD insieme alla CGIL hanno dato a questo governo. In risposta all’attacco sull’articolo diciotto la CGIL non ha promosso uno sciopero generale vero e una mobilitazione di massa altrettanto forte in grado di sovvertire le politiche governative anzi si è preferita la strada della subalternità nella promessa di un futuro migliore. Sul piano dei diritti la CGIL e il PD hanno accettato di fatto un arretramento su posizioni che mai prima d’ora erano state messe sul tavolo della trattativa nella consapevolezza che mai nella storia le misure contro-operaie sono state sovvertite dai governi successivi. Registriamo positivamente le voci fuori dal coro-muto PD-CGIL di molti compagni delle rispettive basi e dei compagni FIOM che, consapevoli della gravità storica della crisi che stiamo vivendo, piuttosto che sonnecchiare dolcemente d’inverno aspettando la primavera della concertazione, preferiscono scendere sul terreno della battaglia, ad esempio producendo il massimo sforzo (insieme a FDS, SEL, IDV, ALBA) per raggiungere la soglia di firme necessarie ad indire i sei referendum finalizzati a cancellare le controriforme fatte dalla Fornero sulle pensioni, sull’art.18 e a cancellare l’art.8 introdotto dal governo Berlusconi. Le primarie del centrosinistra (PD + SEL) si sono svolte sulla base di una “Carta d’Intenti” che a parte utilizzare impropriamente il temine “Bene-Comune” non pone assolutamente la questione dell’alternativa, anzi la si può definire una Carta d’Intenti assolutamente conservatrice delle politiche attuali. Bersani dice che vuole risolvere il problema degli esodati e dei precari ma non dice mai dove vuole prendere i soldi, di patrimoniale non ne parla, di tagliare le spese militari e di mettere un tetto alle super-pensioni non ne parla: sorge il dubbio che il Partito Democratico abbia intenzione di realizzare quello che doveva essere il secondo tempo della partita Monti e cioè il più grande piano di svendita di patrimonio pubblico mai realizzato nella storia d’Italia, il famoso “Piano Grilli”. Siamo consapevoli ormai da tempo dell’urgenza di un’alternativa radicale e di sistema, siamo in opposizione al governo Monti e a chi l’ha sostenuto e per questo  proponiamo la creazione del più grande fronte di liberazione in cui si ritrovino tutti quei partiti, movimenti e associazioni di sinistra capace di raccogliere la rabbiosa richiesta di cambiamento che arriva da diversi settori della società. In questo senso sosteniamo il progetto “Cambiare si Può” esso rappresenta il punto di aggregazione di quelle forze di sinistra che si riconoscono nella necessità di una alternativa al “Montismo” e al neoliberismo. Certamente siamo consapevoli che “Cambiare si può” non è il socialismo, il Partito di Rifondazione Comunista oltre ad essere in opposizione alle tendenze neoliberiste è in ferma opposizione anche al capitalismo (in questo ci distinguiamo dai compagni e dagli amici “Arancioni”) ma di sicuro esso rappresenta un’alternativa forte e di sinistra all’agenda Monti. Una delle frasi contenute nell’appello “Cambiare si può” recita: “Cambiare si può è un’alternativa che si fonda sulle promesse di civiltà contenute nella nostra Carta fondamentale: la Costituzione stabilisce che tutti i cittadini hanno diritto al lavoro e, in quanto lavoratori, a una retribuzione sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa: noi vogliamo che questi principi siano attuati e posti a base delle politiche economiche e sociali.Rifondazione Comunista si riconosce in pieno in quest’appello e si pone come baluardo in difesa della costituzione in tutte le  sue parti compreso l’articolo 49 che recita “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.  In risposta ad un governo costituente ci vuole un’opposizione costituente che non abbia paura di sostenere un programma politico completamente diverso. Non si può avere paura a proporre una banca centrale europea pubblica come esiste in tutto l’universo che presti i soldi direttamente agli Stati e non alle banche (anche gli americani si stupiscono, loro hanno la Federal Reseve che stampa dollari per lo Stato a costo quasi zero e noi abbiamo la BCE che stampa euro per le banche private a costo zero) una tassa patrimoniale vera e continuativa sui grandi capitali milionari, un tetto alle pensioni alla cifra di cinquemila euro, il taglio delle spese militari, il taglio netto di tutti i finanziamenti alle gerarchie ecclesiastiche, la nazionalizzazione senza indennizzo delle grandi aziende in fallimento. Queste manovre, finalmente di Sinistra, permetterebbero di raccogliere miliardi di euro (solo il tetto a cinquemila euro alle pensioni dai dati Inps darebbe più di quattordici miliardi di euro all’anno) da destinare alla scuola e alla ricerca pubblica, ad un grande piano di ristrutturazione idrogeologica dell’intero territorio nazionale, al risanamento della  sanità pubblica e alla riduzione delle ore lavorative a parità di salario.

I comunisti lottano perché‚ in Italia, in Europa, nel mondo avanzino e si affermino le istanze di libertà dei popoli, di giustizia sociale, di pace e di solidarietà internazionali; si impegnano per la salvaguardia della natura e dell’ambiente; perseguono il superamento del capitalismo e del patriarcato come condizione per costruire una società democratica e socialista di donne e di uomini liberi ed uguali, nella piena valorizzazione della differenza di genere, dei percorsi politici di emancipazione e di libertà delle donne, nonché in difesa della piena espressione dell’identità e dell’orientamento sessuali; avversano attivamente l’antisemitismo e ogni forma di razzismo, di discriminazione, di sfruttamento. Il Partito della Rifondazione Comunista–Sinistra Europea rigetta così ogni concezione autoritaria e burocratica, stalinista o d’altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.” (dallo statuto del PRC)

 

 

Pasquale Vecchiarelli

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