(traduzione delle parole pronunciate da Alexis Tsipras nello spot elettorale “Hope is on the way” a cura di Francesco Fumarola)

La speranza si è rimessa in moto!

Syriza è la faccia dell’Europa che cambia.

E’ la faccia dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati

delle ragazze e dei ragazzi.

E’ la faccia di chi lavora in proprio, dei piccoli e medi imprenditori.

E’ la faccia di chi lavora la terra.

Tutte queste persone hanno preso la decisione di cambiare questo Paese, di voltare pagina.

Il dilemma che il Popolo greco ha di fronte è chiaro:

scegliere che governi il Memorandum oppure il governo popolare di Syriza.

E’ scegliere tra sottomissione o negoziazione, decisa e tenace.

E’ scegliere tra austerità o crescita, affinché la Grecia torni ad essere un Paese avanzato, affinchè i nostri concittadini non siano costretti a morire di freddo perché non sono più in grado di pagare la bolletta.

Affinché nessuno di noi, nessuna famiglia sia lasciata senza qualcosa da mangiare.

Stiamo forse promettendo premi?

No! Noi ci prendiamo l’impegno di introdurre le protezioni fondamentali per la nostra gente.

No! Non stiamo promettendo bonus.

Questi sono i nostri impegni e saranno la realtà fin dal primo giorno del nostro Governo.

Saranno letti ad alta voce al nostro nuovo Parlamento in quanto manifesto politico del nostro agire e la loro realizzazione avrà luogo indipendentemente dai progressi dei negoziati con la Trojka.

Noi non permetteremo che le Banche si prendano le case dove viviamo, quelle della classe operaia e dei piccoli risparmiatori.

La festa è finita: su questo punto non negoziamo niente!

Chiediamo il sostegno che ci serve per fare della Grecia un Paese che si autodetermina.

Chiediamo il sostegno che ci serve per avere la maggioranza assoluta in Parlamento e per formare un Governo guidato da Syriza, il governo della nostra gente per l’autodeterminazione della Grecia.

Combatteremo questa battaglia fino alla fine e vinceremo.

Lo dobbiamo alla nostra Storia.

Noi siamo responsabili del nostro Futuro, che dobbiamo tirare fuori dal fango in cui è stato ficcato da un bel po’.

Vinceremo. La Storia siamo noi!

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