Al    Segreterio Nazionale

Alla  Segreteria

Alla  Direzione

Al    Comitato Politico Nazionale

Care compagne/i, apprendiamo in questi giorni che il nostro Segretario nazionale Paolo Ferrero, insieme a tutti gli altri membri della Segreteria, ha rassegnato le dimissioni a seguito dell’indubitabile sconfitta elettorale cui è andata incontro Rivoluzione Civile.

E’ un atto che rispettiamo e che definisce, da se’, la qualità morale delle compagne e dei compagni della Segreteria. Tuttavia non siamo d’accordo sul merito, così come siamo fortemente contrari alla paventata convocazione, a breve, di un congresso straordinario.

Vorremmo sommessamente condividere con voi alcune semplici riflessioni:

1. Abbiamo sempre sostenuto, anche nell’ultimo Congresso, che le elezioni per un Partito comunista rappresentino solo un passaggio, per quanto importante, mai decisivo.  Se le elezioni hanno a che fare con la tattica, la costruzione del Partito, il suo radicamento nel territorio, l’internità alle lotte sociali ne rappresentano la visione strategica. La sconfitta elettorale, quindi, per quanto bruciante non è sufficiente da sola a giustificare un cambio di linea politica con la conseguente decapitazione di tutti gli organismi dirigenti.

2. La nostra linea politica, riassumibile nel tentativo non facile di aggregare, non solo a fini elettorali, tutte le forze politiche, economiche, sindacali e di movimento che si sono battute coerentemente contro le politiche neo-liberiste del governo Monti, sostenute fino in fondo anche dal PD, è stata sancita da un Congresso nazionale svoltosi appena 15 mesi fa, con una maggioranza amplissima di consensi e condivisa fino a ieri dalla grande maggioranza delle compagne e dei compagni e delle strutture del Partito.

3. In una fase politica tutta nuova ed in continuo divenire, il Partito di tutto ha bisogno tranne che di sgretolarsi nella ricerca di colpevoli o di chiudersi in una rituale, faticosa e sterile discussione interna.

4. Le elezioni hanno decretato il rifiuto delle italiane e degli italiani per le politiche rigoriste ed inique del Governo Monti.  In più c’è stata la demolizione dell’attuale sistema politico e la rottura del bipolarismo. Si aprono, pertanto, scenari indecifrabili, ma di sicuro cambiamento di fase politica, sui quali il Partito deve inserirsi, essere protagonista, scavare contraddizioni, spostare un centimetro più in là i temi all’ordine del giorno della discussione politica.  Per fare questo occorre un gruppo dirigente pienamente legittimato e non in scadenza di mandato che vivacchi fino al prossimo Congresso.

5. La possibile e da noi paventata richiesta di convocazione di un Congresso straordinario ci sembra dettata più da ragioni di schieramento che da una una valutazione ponderata fatta nell’interesse comune del Partito.  Temiamo infatti che un nuovo Congresso, da svolgersi nei prossimi mesi, possa paralizzare il Partito proprio in una fase politica delicata come quella che stiamo vivendo (a meno che non si voglia riprendere con le faide interne e ricominciare il conteggio delle componenti che per molti mesi avevamo messo da parte).

6. In luogo del Congresso straordinario, proponiamo una discussione diffusa e permanente, nel gruppo dirigente e nei circoli, sul Partito e sulla fase politica attuale.

Qui ci fermiamo.  Vi invitiamo fortemente a riflettere sulle prossime decisioni da prendere.

Il Partito non può tornare ad essere oggetto di contesa: le compagne e i compagni del Circolo di Torpignattara non si renderanno disponibili a questo gioco autolesionista.

Vogliamo, infine, ringraziare tutte le compagne e i compagni della Segreteria Nazionale e della Direzione del Partito per il grande lavoro svolto e per quello che ancora chiediamo loro di svolgere.  Un particolare ringraziamento al segretario Paolo Ferrero la cui stima conserviamo immutata.

Il Direttivo del Circolo di Rifondazione Comunista Torpignattara (Federazione di Roma)

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