RIFIUTATO IL TENTATIVO DI SFRATTO DI YOIDANIS A VIA DEGLI ANGELI
La pandemia, soprattutto quando si diffonde in un contesto sociale dove vengono tutelati i diritti dei più forti a discapito dei più deboli, continua ad accanirsi contro gli strati popolari più indifesi.
E’ il caso di Yoidanis, che oltre ad affrontare le sue difficoltà di donna immigrata cubana, oggi rischia, subendo le minacce del proprietario della casa dove vive, di essere sgombrata con i suoi due figli .
Se questo non è avvenuto lo si deve grazie alla solidarietà di alcuni cittadini di Torpignattara che, quando il 27 marzo l’ufficiale giudiziario è andato da Yoidanis, si sono fatte trovare davanti casa per difenderla e sostenerla.
La stessa cosa si è poi verificata un mese dopo, il 27 aprile, e questa volta ad accogliere l’ufficiale giudiziario, insieme a movimenti per il diritto all’abitare, al comitato di quartiere della Certosa, al Coro della R. Balzani, c’eravamo anche noi
della Casa del Popolo e di Rifondazione Comunista.
Prima che arrivasse è stato fatto il punto della situazione.
Yoidanis vive dal 2017 in uno stabile di via degli Angeli costruito con soldi pubblici, quindi la vendita e gli affitti degli appartamenti potrebbero essere fatti solo a prezzi calmierati. Ma Yoidanis, per anni non solo non ha goduto di tali prezzi calmierati, ma ha pagato l’affitto come casa di un locale che era però accatastato come magazzino.
Ed è per questo che non è mai stato fatto un contratto ed è per questo che oggi non è neppure tutelata dal blocco degli sfratti ma è soggetta a sgombero pur avendo per anni pagato regolarmente. Il pagamento si è interrotto solo con l’arrivo della pandemia, quando Yoidanis ha perso il lavoro a causa della chiusura dell’albergo dove lavorava. Senza considerare tutte le altre difficoltà che derivano dalla mancanza di un contratto come ad esempio l’impossibilità di ottenere la residenza da cui a sua volta a catena ne scaturiscono altre come quella di non poter avere un medico di base o chiedere sussidi per l’affitto.
Che il proprietario sia in chiara malafede lo si evince riflettendo su un punto: egli vuole sostenere che Yoidanis è abusiva, che ha occupato i locali. Ma, al di là del punto che lei ha possibilità di comprovare diversi pagamenti, come fa a dire che si è accorto solo ora della presenza di Yoidanis? È chiaro dunque, che – anche in assenza di altri dati, ci troviamo dinnanzi ad un contratto di fatto, con le conseguenti tutele normative.
Fondamentale è stato l’intervento di Raffaele del comitato del quartiere che conosce a menadito la situazione edilizia della Certosa. I dati da lui forniti sono fondamentali per difendere i diritti di Yoidanis , individuare quali i colpevoli e quali le vittime di questa vicenda, impostare una migliore vertenza che coinvolga anche Comune e Municipio e preparare una forte resistenza per il 27 maggio quando ritornerà l’ufficiale giudiziario.

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