MERKELL’austerità «è assurda e catastrofica». Questa, si sa, è la linea ufficiale di Alexis Tsipras, ribadita anche in questi giorni. Ma al quartier generale di Syriza i vertici tentano di mantenere il sangue freddo, mentre altrove è scoppiato un putiferio sull’ipotesi di un abbandono dell’euro da parte della Grecia. Ipotesi, paradossalmente, mai menzionata da Tsipras e alimentata esclusivamente da altri. Come ricorda al telefono Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, «nessuna delle principali forze politiche greche chiede l’uscita dalla moneta unica. E in Europa siamo impegnati non nell’ipotesi di far uscire qualcuno, ma, anzi, di estendere e approfondire l’unione monetaria».

Quello che in pochi ricordano, in particolare, è che da quando Tsipras commise una sorta di parricidio adottando contro lo storico leader della sinistra radicale Alekos Alavanos, una posizione a favore della moneta unica – ribadita negli ultimi anni anche contro la minoranza interna euroscettica – l’ingegnere quarantenne non ha mai cambiato idea. Ma per batterlo, le «Volksparteien» tradizionali greche, i conservatori di Nea Demokratia e i socialisti del Pasok, continuano ad agitare lo spettro del ritorno alla dracma, se Tsipras dovesse vincere le elezioni.

E purtroppo, nella complicata campagna elettorale greca è entrata a gamba tesa anche la Germania. Suscitando non pochi malumori a Bruxelles. Probabilmente, il vertice a tre convocato per domenica prossima a Strasburgo tra Merkel, Hollande e il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, dovrà servire proprio a riportare Berlino su una linea meno invadente. Ma secondo indiscrezioni, l’incontro a tre servirà anzitutto al presidente francese per parlare alla cancelliera dei conti pubblici francesi che continuano ad andare peggio del previsto e per tentare di estendere l’indulgenza mostrata da Berlino e Bruxelles alla verifica dell’inverno, anche alla primavera. Del resto, l’agenda delle riforme di Hollande è avviata e anche se i tedeschi non lo potranno mai ammettere ma la reputano di gran lunga meno seria del percorso di riforme intrapreso dall’Italia, può offrire un utile paravento per continuare a sostenere Parigi. Un altro tema dell’incontro sarà, ovviamente, l’agenda di investimenti messa a punto nelle ultime settimane tra Parigi e Berlino.

Ma intanto i mercati, ieri, sono crollati soprattutto a causa dell’intemperanza di molti politici tedeschi. L’indiscrezione del settimanale Spiegel secondo la quale Angela Merkel avrebbe cambiato idea sulla Grecia, ritenendone ora un’uscita dalla moneta unica sostenibile, ha schiacciato l’euro ai minimi da nove anni ed ha aperto letteralmente un vaso di Pandora nel mondo politico tedesco. La notizia del cambio di linea di Berlino è stata anzitutto smentita un po’ troppo debolmente dai portavoce del governo, tra ieri e l’altroieri. E in un’intervista a un quotidiano, il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel ha invitato comunque la Grecia a «mantenere gli accordi» e l’ha avvertita che «non siamo più ricattabili». E nelle ore successive, dalla Spd e della Cdu, ma anche dell’opposizione, in molti – troppi – hanno ritenuto di voler dire la loro.

link originale: http://www.lastampa.it/2015/01/06/economia/lue-in-pressing-sulla-merkel-ora-abbandoni-la-linea-dura-n7KWTE1yrD98IFXeNHc1eL/pagina.html

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