Circa un centinaio di operatori sanitari cubani prima a Crema, Lombardia, e dopo a Torino, in Piemonte, stanno dando una mano importante ai nostri medici e infermieri a combattere il virus Covid – 19 nelle due regioni che hanno sofferto di più gli effetti di questa pandemia.

Il virus, che ormai si propaga a livello mondiale, ha tirato fuori i peggiori e i migliori sentimenti dei popoli e dei governi del mondo. In particolare modo nel mondo occidentale. In Europa si sono visti paesi che sottraevano mascherine ad altri, gli Stati Uniti che utilizzavano le basi militari italiane per portarsi un intero carico di dispositivi sanitari nel proprio territorio o la Nato che smontava un ospedale di campagna dalla base di Taranto per sistemarlo in Luxemburgo.

Invece, questo gesto cubano contrasta con tutto ciò. Viene in nostro aiuto un paese con grande difficoltà, molte delle quali derivanti di un ingiusto blocco economico nordamericano che avviene dall’inizio della rivoluzione. Un blocco che, da qualche anno, coinvolge tutti i grandi paesi occidentali ricattati dal governo Trump di essere cancellati nell’ambito del commercio internazionale se non avessero interrotto ogni rapporto con l’isola.

In questi momenti, paradossalmente, il paese che ha inviato centinaia di professionisti per il mondo a combattere il virus, che ha accolto due grosse navi da crociera che vagavano alla deriva senza un porto aperto dove approdare, non può ricevere ventilatori polmonari per malati con polmonite perché i fornitori non vogliono rischiare gli effetti delle sanzioni USA.

I medici e infermieri cubani, che formano parte della brigata internazionale “Henry Reeve”, creata nel 2005 e che ha operato in grandi tragedie in America Latina e Africa, questa volta hanno fatto un salto di qualità nell’operare in un paese capitalista avanzato dell’Europa. Addirittura hanno portato la loro solidarietà in un paese che, volente o nolente, partecipa in pieno all’embargo internazionale decretato dagli Stati Uniti per punire Cuba che ha osato, con successo, la strada alternativa verso il socialismo. Ed è questo obiettivo, quello del socialismo, che genera nella popolazione, nei lavoratori e nei tecnici cubani, questa disponibilità alla solidarietà internazionale, basati nel principio “..non diamo i nostri avanzi ma condividiamo ciò che abbiamo…”.

Queste brigate, non offrono una semplice solidarietà, ma intervengono con competenza e professionalità. Sono giunti in Italia già arricchiti dalla esperienza sul campo vissuta nel 2017 nell’ Africa  sconvolta dall’ebola. Importante e decisivo fu allora l’impegno profuso dai medici cubani che agirono in diversi paesi del continente.

Ma è anche il loro servizio sanitario nazionale, basato sulla prevenzione e sull’intervento territoriale che ha consentito di affrontare la pandemia in atto con successo. Tutti i paesi dell’America Latina che godono di strutture sanitarie basate sull’esperienza e con il concorso dei medici cubani stanno superando la situazione con scarse conseguenze, Cosi Venezuela e Nicaragua. I paesi che invece hanno smantellato i sistemi creati dai cubani, quali l’Ecuador e la Bolivia, oggi di ritorno al neoliberismo più sfrenato, si trovano davanti a conseguenze disastrose causate dal Covid – 19.

Il popolo italiano, colpito seriamente da questa pandemia, ha dimostrato gratitudine  e simpatia verso la presenza dei medici cubani. Anche noi siamo felici della loro presenza e l’abbiamo espresso con la bandiera cubana a un dazebao messi davanti l’ingresso della nostra sede a via Bordoni.

Popolo e governo di Cuba, Grazie!

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