Al Pigneto, il 20 Marzo, lo sgombero forzato di venti senegalesi che da anni vivevano in affitto in uno stabile che oggi la proprietà rivendica in nome della speculazione; , a Casalbertone,  il 22 Marzo, ennesima aggressione dei “fascisti del terzo millennio” ai danni delle compagne e dei compagni dei “Magazzini Popolari”, per altro nel giorno del ricordo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. L’agibilità di cui queste frange di estrema destra oggi godono a Roma è impressionante, così come notevole è, da parte dei poteri forti, la capacità di spaventare o reprimere con maniere durissime la contestazione, l’antagonismo, l’autorganizzazione popolare al tempo della crisi. Dai mezzi di comunicazione “mainstream” questi eventi vengono rielaborati per arrivare al lettore ed alla lettrice come normali problemi di ordine pubblico (“guerriglia tra gruppi estremisti”, “sgombero per ripristinare la legalità “, “lotta allo spaccio”), quando invece è facile riconoscervi precise scelte politico-ideologiche: emarginare piuttosto che integrare le comunità immigrate, fiancheggiare i rigurgiti neri in funzione paramilitare contro i tentativi della sinistra antagonista di universalizzare lo scontro di classe. Gli immigrati e le immigrate sono viste/i con fastidio dal potere delle destre al Governo della città di Roma, mentre le Case del Popolo ed i Magazzini Popolari sono visti con sospetto in quanto luoghi di potenziale ricostituzione di un fronte comune antagonista e popolare. In ultimo, ma non per ultimo, il non secondario problema della consapevolezza di classe, per certi versi, oggi, ai minimi storici: fa riflettere il commento della giovane reporter di un video che gira su Internet e che mentre riprende l’aggressione fascista di Casalbertone trova il tempo di parteggiare per la sua automobile piuttosto che per gli antifascisti e le antifasciste: “ce stanno le macchine, ce stanno le macchine!”. Questo il problema per la sinistra antagonista romana: lavorare per ricostruire una più diffusa coscienza di Roma come città popolare ed antifascista, di modo che le future generazioni di donne e uomini rendano impraticabile nella nostra città ogni forma di agibilità politica e sociale a gruppi organizzati repressivi ed antidemocratici.

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